LA CITTA' CHE PARLA
#pugliapartcipa; #lacittàcheparla; #comunità; #narrazione; narrazione sonora e rigenerazione comunitaria
LA CITTA’ CHE PARLA è un progetto di Associazione “Petrolio” in partenariato con Teatro Zemrude, Astragali Eufonia, Acusma Teatro del Suono, Variarti Evolution, Espéro, FKL Italia, ITI Italia.
Appartiene al gruppo PROCESSI TERRITORIALI
Associazione PETROLIO
San Cesario di Lecce è un piccolo paese situato a pochissimi kilometri dal capoluogo, da sempre risente questa vicinanza da un lato come una potenzialità, dall’altro come un punto critico portando soprattutto le nuove generazioni a viverlo come interland della città.
Ha tuttavia una forte identità e molti collettivi attivi e variegati.
All’inizio del centro abitato San Cesario viene segnalato come “Paese delle Distillerie”, è grazie ad un progetto virtuoso messo in atto della pubblica amministrazione insieme alla Fondazione per il Sud e dei tanti abitanti che hanno in quel luogo la memoria delle loro famiglie che il sito di Archeologia Industriale delle Ex Distillerie De Giorgi è stato parzialmente ristrutturato e convertito in contenitore culturale a disposizione della comunità.
E’ un sito di straordinario interesse e dalle grandi dimensioni caratterizzato da strutture all’aperto e al chiuso dalle molte potenzialità.
E’ in questo panorama che la proposta si inserisce e vuole innescare meccanismi virtuosi che partano dalle esigenze della comunità per fare scaturire una riflessione in generale sul paese e in particolare sulle Distillerie perché le persone possano appropriarsene e co-progettare attività necessarie alla comunità.
L’auspicato esito positivo del processo potrà essere rappresentato dall'individuazione e dall’attivazione di un sistema virtuoso di co-governance urbana attraverso la quale si può valutare incrementalmente la transizione e quindi la trasformazione di un paese in “paese collaborativo” (co-paese), inteso come un “sistema urbano” in cui le risorse essenziali per il benessere delle comunità (ambientali, infrastrutturali, culturali, cognitive e digitali) sono considerate beni comuni.
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