Marconi, Piazza Giustizia
#marconipiazzagiustizia #giustiziapertaranto #pugliapartecipa Progettazione partecipata per la riqualificazione e la rifunzionalizzazione di Piazza Marconi / Taranto
I incontro di formazione e co-progettazione
Giustizia per Taranto
Parrocchia Santa Famiglia
Osservatorio Permanente Salinella
Università degli Studi di Bari - Dipartimento di Scienze Politiche
Nel primo incontro di formazione e co-progettazione, avvenuto in presenza presso la sala della parrocchia della Santa Famiglia alla Salinella, uno spazio molto ampio che ci ha permesso di lavorare in presenza rispettando le disposizioni di sicurezza.
Abbiamo dedicato la prima parte di questo incontro ad un ri-allineamento sul progetto. Una delle sfide che ci troviamo ad affrontare, è infatti proprio quella di riadattare l’idea progettuale, ad una realtà completamente diversa. È stato dunque importante condividere le sia le motivazioni individuali che quelle dell’organizzazione. E abbiamo lavorato stimolando l’emersione sia delle motivazioni ‘palesi’, che di quelle meno ‘evidenti’, che non sempre riusciamo a riconoscere.
Abbiamo poi lavorato sulla visione, andando a declinare la prospettiva in tre fasce temporali: cosa vogliamo che questo progetto porti alla fine della sua durata di sei mesi, cosa a medio termine, nei prossimi ⅔ anni e infine cosa vogliamo che questo progetto lasci in eredità alle future generazioni.
Tutto questo lavoro ha portato a riflessioni profonde la cui elaborazione ci accompagnerà anche nei prossimi incontri.
La seconda parte del lavoro, si è concentrata più sull’esplicitazione delle fasi del percorso partecipato, andando a delineare un approccio alla partecipazione che considera i cittadini e le cittadine, non solo come portatori di bisogni, ma soprattutto come risorse preziose da attivare.
Abbiamo poi iniziato a identificare gli stakeholder, e a programmare i prossimi passi per le future azioni
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Via Lago di Albano, 64 - Taranto
Auditorium parrocchiale
Resoconto dell'incontro
In una prima parte dell’incontro si è fatto spazio per l’emersione delle motivazioni che danno impulso alla scelta di intraprendere questo processo.
Si è lavorato allo stesso tempo sulle motivazioni individuali e su quelle associative, con l’obiettivo di acquisire maggiore consapevolezza rispetto alla diversità di prospettive presenti all’interno del gruppo così come sui valori e sugli aspetti condivisi e unitari che possono creare un senso collettivo del progetto nel suo insieme.
La riflessione è stata ispirata dalla struttura architettonica di Piazza Marconi, un luogo diviso tra “sopra” e “sotto”: sopra ci sono gli elementi urbani visibili e conosciuti, sotto, preziosi resti archeologici stratificati sotto il cemento. Allo stesso modo, al gruppo è stato chiesto di riflettere sulle motivazioni più esplicite, “il sopra”, e su quelle più nascoste “il sotto”, con l’obiettivo di rendere più espliciti livelli di senso meno consapevoli, ma non per questo meno importanti.
Dal lavoro di gruppo sono emersi i seguenti aspetti:
DIMENSIONE ASSOCIATIVA
Mandato: Quali ragioni ci spingono ad intraprendere questo percorso come associazione?
Sopra:
- Promuovere un cambiamento della città;
- Fare il bene della città;
- Attivare un cambiamento concreto attraverso il nostro modo di intendere la politica e la nostra visione di città;
- Riscattare la città dal disastro ambientale, sociale ed economico;
- Essere orgoglioso;
- Promuovere un impegno politico per il cambiamento culturale della città;
- Acquisire competenze nuove;
- Migliorare la struttura associativa con nuove competenze;
- Dare concretezza;
- Accrescere l’autorevolezza dell’associazione;
- Creare unità di obiettivi.
Sotto (Motivazioni implicite):
- Desiderio di rinascita;
- Empatia;
- Testare azioni concrete;
- Concretezza e visibilità;
- Continuità e concretezza;
- Svincolarci da ILVA;
- Essere contento;
- Far crescere le competenze del gruppo e il suo spessore politico;
- Crescita personale e politica;
- Aiuto reciproco per il bene di Taranto.
Nella discussione in plenaria sono stati commentati e messi in luce aspetti e tendenze condivise che sembrano particolarmente rilevanti per il gruppo.
In primo luogo, la dimensione del cambiamento che questo progetto aspira a portare su più livelli: nello spazio urbano nel quale si svolgerà e tra i suoi abitanti, spazio che è stato finora simbolo del degrado e dell’incuria; nella città tutta in senso più esteso; nel modo di intendere e agire la politica, in una prospettiva di cambiamento culturale.
Altro aspetto rilevante che muove il progetto è il desiderio di acquisire competenze specifiche in merito alla conduzione e facilitazione di processi partecipati, oltre che migliorare la struttura associativa mettendo a frutto e valorizzando le competenze già presenti.
A un livello più invisibile il progetto è mosso da un forte desiderio di riscatto dall’esperienza, che il gruppo definisce come “ferita”, dell’essere stati disattesi e delusi dalle varie parti istituzionali, rispetto alle aspettative nutrite negli anni nella direzione di un cambiamento e miglioramento delle condizioni sociali, culturali e ambientali della città. In questa prospettiva il percorso contiene il senso del prendersi cura di questa ferita, per i partecipanti e per tutti e tutte le cittadine che ne saranno coinvolti.
Questo percorso si prospetta anche come un’opportunità di dare concretezza in un contesto urbano circoscritto e in relazione con persone diverse dal gruppo che lo promuove, ad ambizioni e valori molto alti, che rischiano di restare troppo astratti e troppo ambiziosi se non vengono calati in una dimensione più ristretta e tangibile e messi in relazione con empatia con persone e realtà diverse dalla propria.
DIMENSIONE INDIVIDUALE
Mandato: Quali ragioni personali mi spingono ad intraprendere questo percorso?
Sopra:
- Condividere pratiche di trasformazione dello spazio urbano;
- Entrare nel mio sogno di cambiamento e mettermi alla prova;
- Impegno sociale;
- Concretezza;
- Creare una coscienza collettiva;
- Aumentare la mia conoscenza delle tecniche di partecipazione;
- Curiosità nuova esperienza;
- Concretezza;
- Migliorare le mie competenze;
- Curiosità per nuove esperienze;
- Co-creazione attraverso input;
- Essere presente nei processi decisionali e partecipati della città affinché possa non solo toccare con mano il cambiamento, ma esserlo;
- Essere punto di riferimento come capo scout per i più piccoli dimostrando l’importanza del senso di appartenenza;
- Dare/Ricevere un valore aggiunto;
- Spendersi per gli altri;
- Creare una coscienza collettiva;
- Dare concretezza.
Sotto:
- Ricercare spirito critico tra cittadini;
- Sostenere azioni concrete;
- Arricchire il mio bagaglio culturale e umano;
- Conoscenza profonda aspetto umano;
- Ragione di vita;
- Visibilità personale;
- Fare di più per la comunità;
- Migliorarmi;
- Concretezza;
- Approcciarmi alla politica nel senso etimologico di “polis”, città;
- Voglio essere strumento di cambiamento per la mia città, sento di averne le capacità e la responsabilità;
- Affinché il mio sogno di una città finalmente rivalutata dal punto di vista storico-culturale-urbanistico e partecipe, possa realizzarsi.
Per ciò che riguarda il senso individuale che i vari partecipanti attribuiscono a quest’esperienza, il gruppo ha rilevato una tendenza condivisa verso la crescita personale e la solidarietà, come valori fondanti di questo percorso.
Per molti dei partecipanti questo progetto nasce da un sogno di cambiamento sociale, culturale e politico e dall’amore che si nutre per la propria città e che li ha visti impegnati già da molti anni sul territorio.
Un’altra motivazione emersa nella discussione in plenaria riguarda l’acquisizione di nuove competenze e la curiosità per un ambito, quello della partecipazione, che non si conosce ancora a fondo, in una prospettiva di miglioramento personale e professionale.
A un livello più profondo, per alcuni dei partecipanti vi è un investimento totale in questo percorso, che spinge a definirlo come la propria “ragione di vita”. Insieme a questo emerge la necessità di portare questi ideali così alti ad un livello più concreto e tangibile, facendosi promotori di cambiamento nelle relazioni con altri cittadini e cittadine a cui offrire la propria competenza e da cui ricevere nuove sollecitazioni e alleanze che possano nutrire l’esperienza dell’attivismo.
VISIONE DEL PROGETTO
Si è lavorato sulla visione, andando a declinare la prospettiva in tre fasce temporali: cosa vogliamo che questo progetto porti, alla fine della sua durata di sei mesi, cosa a medio termine, nei prossimi 2-3 anni e infine cosa si vuole che questo progetto lasci in eredità alle future generazioni.
VISIONE PER LA DURATA DEL PROGETTO
Creare relazioni e curiosità nel quartiere
Un primo gruppo di proposte convergono sull’idea che il progetto dovrebbe riuscire a coinvolgere e sensibilizzare i cittadini, e gli abitanti, stimolando la partecipazione, la curiosità, le relazioni e andando a intercettare risorse e bisogni, in particolare dei bambini e delle bambine.
Valorizzare la diversità
Si è poi evidenziata l’aspirazione del progetto alla pluralità e alla diversità in termini anche culturali, presente nella piazza, quindi ancora la vocazione a generare relazioni e connessioni fra le persone.
Restituire importanza a Piazza Marconi
Un altro aspetto che è emerso è il desiderio che il progetto contribuisca sia a una rivalutazione dello ‘status’ della piazza, ora in degrado, ma storicamente luogo importante per tutta la città, sia ad influenzare le future azioni di riqualificazione urbana della stessa piazza Marconi.
Un nuovo modo di vivere la cittadinanza
Infine è stata espressa la volontà di produrre, attraverso questo percorso, un cambiamento che parta dal basso, sul modo di vivere e intendere la cittadinanza e la cura dei beni comuni, che questo progetto possa generare anche un nuovo modo di fare politica, che tenga conto degli abitanti nella realizzazione delle opere pubbliche.
La bellezza ci salverà
Un’ultima riflessione ci parla della bellezza, come punto di partenza per porre fondamenta sociali stabili.
VISIONE A MEDIO TERMINE
Nuova vita a Piazza Marconi
Questo progetto vuole generare nei prossimi anni cambiamenti che hanno innanzitutto a che fare con la vivibilità della piazza. Vuole contribuire a ridare vita alla Piazza, anche grazie alla riapertura di locali commerciali, come conseguenza di opere pubbliche mirate a creare un nuovo spazio per la socialità. Tutto questo per una piazza che pulsa di vita, popolata e ricca di bellezza.
Un nuovo senso del Bene Comune
Il percorso partecipato ambisce anche a portare una nuova attitudine di cura da parte dei cittadini, che adotteranno questo spazio. Il progetto contribuirà a generare consapevolezza e una visione diversa nei confronti della cosa pubblica, sarà dunque uno stimolo per una partecipazione ad un cambiamento, che con il tempo potrebbe diventare una forma mentis di chi abita specialmente i quartieri meno ricchi.
EREDITÀ
Piazza Marconi, un luogo simbolo per il futuro di Taranto
La visione di ciò che questo progetto lascerà alle future generazioni è essenzialmente legata alla rappresentazione della piazza come luogo simbolo, segno indelebile di un cambiamento, che può sprigionare la sua forza trasformativa in tutta la città di Taranto. Questo porterà un cambiamento del senso stesso della partecipazione, della condivisione degli spazi pubblici e un miglioramento dal punto di vista culturale e ambientale della città. Insomma dal cambiamento in bellezza della piazza si genererà un cambiamento in bellezza di tutta la città.
Il progetto come modello da replicare
Un altro aspetto importante è quello che il percorso partecipato che verrà messo in atto, possa diventare un modello replicabile anche su scala nazionale. Una sperimentazione che strutturi nuove forme di guardare agli spazi urbani, e alla modalità di realizzazione di interventi di rigenerazione.
Curare la ferita
L’eredità per le prossime generazioni sarà anche quella di stimolare pratiche di cura delle persone e fra le persone stesse, che riportino la speranza e la fiducia fra cittadini, e fra cittadini e istituzioni. L’auspicio è che questo progetto produca conseguenze positive che possano aiutare le prossime generazioni a sanare la ‘ferita’ del disastro ambientale, quel tradimento che la città ha subito da parte delle istituzioni e che ha generato divisioni così profonde fra gli stessi abitanti della città.
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