MaBiP - Manifesto per la Bioeconomia in Puglia
#pugliapartecipa; #bioeconomia; #economiacircolare; #partecipazione; #laboratori Processo partecipativo per la BioEconomia in Puglia
Legge regionale partecipata sulla Bioeconomia
Circa sessant’anni fa Nicholas Georgescu-Roegen, economista e matematico rumeno, formulò i primi concetti che avrebbero portato all’elaborazione della teoria di Bioeconomia. Una nuova concezione che comporta un ripensamento radicale dell’economia neoclassica, basandosi sulla valutazione delle risorse ambientali ed energetiche nell’ottica della loro capacità di rigenerazione. L’umanità agisce all’interno di un sistema termodinamicamente chiuso come la Terra e non può più prescindere dal considerare l’aspetto ecologico delle proprie azioni.
Nel 2012 la Commissione Europea ha reso nota la sua "strategia per la bioeconomia": un approccio globale per affrontare le sfide ecologica, ambientale, energetica, alimentare e delle risorse naturali che l'Europa e il mondo si trovano ad affrontare. L'obiettivo è di "spianare la strada a una società più innovativa, efficiente e competitiva che riconcilia la sicurezza alimentare con l'uso sostenibile di fonti rinnovabili a fini industriali, garantendo al tempo stesso la protezione dell'ambiente". Un'economia basata sulla “prospettiva della sostituzione delle risorse”, secondo l'Unione Europea ha il potenziale per creare almeno un milione di posti di lavoro entro il 2030.
È per tutto questo che, oggi, nella nostra regione – in prosecuzione ed attuazione del “Manifesto della Bioeconomia in Puglia” sottoscritto nel marzo 2019 da Presidenza della Regione Puglia, Università degli Studi di Bari e Confindustria Puglia – ci troviamo dinanzi ad una prospettiva concreta: una proposta di Legge regionale partecipata sulla Bioeconomia. Un percorso guidato dal Centro per la Sostenibilità, il Centro per l’Innovazione e Creatività dell’Università di Bari e Confindustria Puglia, che ha coinvolto cittadini, aziende, enti di ricerca, economisti, associazioni nella creazione di una visione di sviluppo che dovrebbe permeare la strategia politica regionale per raggiungere compiutamente gli obiettivi che si prefigge. Realizzare una Bioeconomia circolare e sostenibile farà in modo che la nostra prosperità economica e lo stato di salute del nostro ambiente si rafforzino vicendevolmente. Per questo motivo è necessario che ciascuna struttura politica e strategica assorba i principi costituenti della Bioeconomia e li declini nelle proprie attività, azioni e strumenti.
La Legge regionale partecipata sulla Bioeconomia nasce dal basso, dunque, grazie al bando Puglia Partecipa, e propone un modello attuativo partecipato che prevede l’impegno congiunto di politica e cittadinanza, da realizzarsi, tra l’altro, attraverso la creazione di strumenti come un Osservatorio Regionale sulla Bioeconomia, che curi i rapporti ed il dialogo con tutti i decisori, e di uno Sportello sulla Bioeconomia a supporto delle aziende. La Bioeconomia è, infatti, una materia trasversale, non riconducibile a uno specifico assessorato, oltre che essere un argomento di interesse per l’intera comunità regionale.
Regioni come la Puglia possono assumere un ruolo strategico determinante nella transizione dell’Europa intera verso un'economia circolare poiché dispongono di competenze e responsabilità in termini di regolamentazione necessarie, oltre alle conoscenze e all'esperienza sui territori, in grado di definire obiettivi realistici, da perseguire su scala territoriale differenziata: "le regioni sono sufficientemente grandi per fare la differenza e sufficientemente piccole per realizzarla" (cit. Tjisse Stelpstra).
In uno scenario economico mondiale sempre più complesso e instabile, infine, la Bioeconomia rappresenta un modello di sviluppo dell’economia votato non solo al mero profitto e alla redditività ma anche al progresso sociale, considerato il volano per il raggiungimento degli obiettivi dell’accordo di Parigi del 2015 e dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite per lo Sviluppo Sostenibile.
Elvira Tarsitano
Presidente del Centro di Eccellenza di Ateneo per la Sostenibilità
dell’Università degli Studi di Bari Aldo Moro
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