Pietre miliari
Percorsi per una comunità di patrimoni
Changes at " Laboratorio di pratica partecipativa"
Description
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Sono stati approfonditi i modi delle pratiche partecipative per la costruzione di comunità di patrimonio, con la condivisione di principi guida ispiratori, a supporto delle Organizzazioni della Società Civile di Noci, fondati sulla cultura del governo aperto e sulle indicazioni delineate con il monitoraggio partecipativo dei Luoghi della Memoria della Regione Puglia.
Svolgimento
I partecipanti si sono confrontati sulle proposte già inserite nella piattaforma, che riguardano l'identità culturale legata alla toponomastica, la ricca tradizione musicale locale e le storie di figure eroiche. È stata sottolineata l'importanza di mappare e valorizzare queste \"pietre miliari\" della memoria collettiva, assieme al ruolo della Biblioteca Comunale di Noci, custode di un grande patrimonio collettivo.
È stata condiviso il documento Entra i Pietre Miliari: un tutorial predisposto per agevolare l'interazione partecipativa nella pagine del processo Pietre Miliari di Puglia Partecipa e, in particolare, l'inserimento di proposte di mappatura
Verso una pratica partecipativa per una comunità di patrimonio
Questo resoconto ripercorre le riflessioni condivise. L'incontro ha esplorato i principi del governo aperto e la declinazione dell'intenzionalità partecipativa per la costruzione di politiche di sviluppo a base culturale.
Il senso del progetto Pietre Miliari
Sì, va bene: il tempo sottrae forza alle nostre azioni. È corto, è stretto, facciamo molto per la comunità, è faticoso fare opere d’arte e d’ingegno, perché siano comunitarie. Le forze sono limitate. Potrebbe parlarci Mnenòsine e ognuno di noi essere Esiodo:
MNEMÒSINE: Esiodo, ogni giorno io ti trovo quassù. (...) Tu sai che le cose immortali le avete a due passi. ESIODO: Non è difficile saperlo. Toccarle, è difficile. MNEMÒSINE Bisogna vivere per loro, Esiodo. Questo vuol dire, il cuore puro. ESIODO: Ascoltandoti, certo. Ma la vita dell’uomo si svolge laggiù tra le case, nei campi. Davanti al fuoco e in un letto. E ogni giorno che spunta ti mette davanti la stessa fatica e le stesse mancanze. È un fastidio alla fine, Melete. C’è una burrasca che rinnova le campagne — né la morte né i grossi dolori scoraggiano. Ma la fatica interminabile, lo sforzo per star vivi d’ora in ora, la notizia del male degli altri, del male meschino, fastidioso come mosche d’estate — quest’è il vivere che taglia le gambe, Melète. (Cesare Pavese, da Dialoghi con Leucò).
Tuttavia, ne vale la pena. Ce lo dice Don Tonino Bello: \"Io vi voglio augurare che non abbiate a perdere la dimensione della quotidianità e del sogno. Scavate sotto il vostro lettuccio e troverete il tesoro. Non siete inutili, siete irripetibili\".
Sappiamo che la partecipazione pubblica deve essere finalizzata alla costruzione di decisioni migliori, più condivise. Ma I processi partecipativi, nel loro sviluppo, hanno un cuore generativo. Illuminano per prendere decisioni migliori. Hanno un desiderio costante, un’intenzionalità condivisa: che tendano alla chiarità le cose oscure.
Le persone in dialogo per il bene pubblico non producono solo relazioni, rendiconti di posizioni e scelte. Offrono una possibilità di co-creazione. Delineano tensione politica, sviluppano testi, letterature. I percorsi finalizzati allo sviluppo a base culturale possono essere, sotto questa luce, meta-processi di comunità: causa efficiente, fonte da cui ha origine il cambiamento. Contribuiscono al movimento fisico di un governo territoriale. Siamo ossi di seppia. Le persone ci levigano, come fa il mare. La profondità dei discorsi è quella della voce delle persone che ci hanno amato e che ci amano: sono loro il canto per giungere all’essenziale. Siamo un’occasione importante per ricostruire il valore delle cose.
Le persone sono capaci di interpretazione collettiva, per scelte, progetti e accordi, ma anche per vedere il futuro possibile, con una raccolta del senso delle parole, rese in filigrana, per ricostruire gli elementi analitici degli obiettivi di una comunità e di un governo locale.
La prospettiva di Pietre Miliari è quella del Governo Aperto e locale, prossimo, equivicino.
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Sono stati approfonditi i modi delle pratiche partecipative per la costruzione di comunità di patrimonio, con la condivisione di principi guida ispiratori, a supporto delle Organizzazioni della Società Civile di Noci, fondati sulla cultura del governo aperto e sulle indicazioni delineate con il monitoraggio partecipativo dei Luoghi della Memoria della Regione Puglia.
Svolgimento
I partecipanti si sono confrontati sulle proposte già inserite nella piattaforma, che riguardano l'identità culturale legata alla toponomastica, la ricca tradizione musicale locale e le storie di figure eroiche. È stata sottolineata l'importanza di mappare e valorizzare queste \"pietre miliari\" della memoria collettiva, assieme al ruolo della Biblioteca Comunale di Noci, custode di un grande patrimonio collettivo.
È stata condiviso il documento Entra i Pietre Miliari: un tutorial predisposto per agevolare l'interazione partecipativa nella pagine del processo Pietre Miliari di Puglia Partecipa e, in particolare, l'inserimento di proposte di mappatura
Verso una pratica partecipativa per una comunità di patrimonio
Questo resoconto ripercorre le riflessioni condivise. L'incontro ha esplorato i principi del governo aperto e la declinazione dell'intenzionalità partecipativa per la costruzione di politiche di sviluppo a base culturale.
Il senso del progetto Pietre Miliari
Sì, va bene: il tempo sottrae forza alle nostre azioni. È corto, è stretto, facciamo molto per la comunità, è faticoso fare opere d’arte e d’ingegno, perché siano comunitarie. Le forze sono limitate. Potrebbe parlarci Mnenòsine e ognuno di noi essere Esiodo:
MNEMÒSINE: Esiodo, ogni giorno io ti trovo quassù. (...) Tu sai che le cose immortali le avete a due passi. ESIODO: Non è difficile saperlo. Toccarle, è difficile. MNEMÒSINE Bisogna vivere per loro, Esiodo. Questo vuol dire, il cuore puro. ESIODO: Ascoltandoti, certo. Ma la vita dell’uomo si svolge laggiù tra le case, nei campi. Davanti al fuoco e in un letto. E ogni giorno che spunta ti mette davanti la stessa fatica e le stesse mancanze. È un fastidio alla fine, Melete. C’è una burrasca che rinnova le campagne — né la morte né i grossi dolori scoraggiano. Ma la fatica interminabile, lo sforzo per star vivi d’ora in ora, la notizia del male degli altri, del male meschino, fastidioso come mosche d’estate — quest’è il vivere che taglia le gambe, Melète. (Cesare Pavese, da Dialoghi con Leucò).
Tuttavia, ne vale la pena. Ce lo dice Don Tonino Bello: \"Io vi voglio augurare che non abbiate a perdere la dimensione della quotidianità e del sogno. Scavate sotto il vostro lettuccio e troverete il tesoro. Non siete inutili, siete irripetibili\".
La prospettiva di Pietre Miliari è quella del Governo Aperto Locale, dove si portano in fusione strutturale trasparenza, collaborazione, partecipazione a scala locale, in prossimità, in equivicinanza.
Sappiamo che la partecipazione pubblica deve essere finalizzata alla costruzione di decisioni migliori, più condivise. I processi partecipativi, nel loro sviluppo, hanno un cuore generativo. Illuminano per prendere decisioni migliori. Hanno un desiderio costante, un’intenzionalità condivisa: che tendano alla chiarità le cose oscure. E le persone, in dialogo per il bene pubblico, non producono solo relazioni, rendiconti di posizioni e indirizzi per le scelte istituzionale. Hanno possibilità di co-creazione. Delineano tensione politica, sviluppano testi, letterature. I percorsi finalizzati allo sviluppo a base culturale possono essere, sotto questa luce, un meta-processo di comunità: una causa efficiente, una fonte da cui ha origine il cambiamento.
Fare memorie, fare comunità, fare cambiamento: formano una triade potente che rivela l'essenza del partecipare: si partecipa per scrivere senso, per esserci. Ci si alza in piedi, chiamati in appello. Chi fa memorie, può fare comunità. Coloro che fanno comunità possono fare cambiamento. Non c'è processo partecipativo denso che non sia processo culturale. Non c'è welfare efficace che non sia culturale. Non c'è cultura che non sia costituzionale. La nostra cultura è un'emanazione della Costituzione Italiana. È profondamente repubblicana.
Per tutto questo è possibile che le singole persone, le Organizzazioni della Società Civile Locale, le Istituzioni scolastiche, gli attori territoriali possano contribuire al movimento fisico di un governo territoriale. Tutti noi siamo simili a ossi di seppia. Siamo levigati dalle memorie della nostra vita, che sono come onde del mare. La profondità dei discorsi è quella della voce delle persone che ci hanno amato e che ci amano: sono loro il canto per giungere all’essenziale. Per questo siamo un’occasione importante per ricostruire il valore delle cose.
Le persone, se sono insieme, sono capaci di interpretazione collettiva, per scelte, progetti e accordi, per vedere il futuro possibile, con una raccolta del senso delle parole, rese in filigrana, per ricostruire gli elementi analitici degli obiettivi di una comunità e di un governo locale.