GREEN COMPOST
#greencompost Compostaggio di comunità
Fasi del processo
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101/06/2020 - 31/07/2020
Avvio attività amministrativa e progettuale
L’emergenza COVID-19 ha reso necessario l’attivazione di misure straordinarie in ambito penitenziario al fine di ridurre la diffusione dell’infezione in un contesto dove, la promiscuità e la convivenza di un numero molto elevato di cittadini, può rappresentare un aumentato fattore di rischio.
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208/11/2020 - 09/11/2020
Individuazione e scelta dei/lle detenuti/e lavoranti
L'individuazione dei soggetti che accedono al percorso formativo e la scelta dei detenuti in funzione delle relative posizioni giuridiche è stata effettuata in data 9 novembre 2020, a seguito di incontri con la popolazione detenuta e la presentazione del progetto, delle fasi di svolgimento e dei suoi obiettivi.
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309/11/2020 - 31/12/2020
Formazione detenuti
In data 9 novembre 2020 sono state avviate le attività di formazione dei detenuti sull’attuazione del progetto e la formazione professionale.
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408/11/2020 - 31/03/2021
Approvvigionamento del materiale e delle attrezzature
Contemporaneamente all'avvio della fase di informazione e formazione dei detenuti e delle detenute della Casa Circondariale di Lecce, è stato avviato l'acquisto del materiale necessario (effettuato attraverso il MEPA ovvero mercato libero in assenza di presenza prodotti).
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503/01/2021 - 30/04/2021
Avvio delle attività lavorative
Avvio dei processi di raccolta differenziata della frazione organica proveniente dalla cucina destinata all’area di compostaggio
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601/09/2020 - 30/04/2021
Monitoraggio
Attività di verifica delle fasi di raccolta e conferimento dei rifiuti organici.
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701/12/2020 - 30/04/2021
Rendicontazione, Report conclusivo e informazione
Chiusura del progetto, rendicontazione delle spese e attività di informazione.
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817/12/2020 - 30/04/2021
Proposta partecipata
La proposta partecipata, risultato del processo di partecipazione, è frutto di una visione di sviluppo che modifica i sistemi di raccolta e gestione dei rifiuti all’interno di grandi comunità come quella oggetto del processo. Il percorso partecipativo di inclusione sociale per persone in esecuzione penale è alla base di questa proposta per la corretta gestione degli scarti organici alimentari, unitamente alla loro valorizzazione e reimpiego, che nasce in ambito detentivo.
Il progetto ha previsto l’avvio del trattamento in loco del rifiuto organico prodotto da ogni singola cucina carceraria. Il rifiuto organico, che costituisce una parte cospicua del totale degli scarti prodotti all’interno della struttura, attraverso la trasformazione in compost/ammendante diviene una risorsa per la concimazione delle aree verdi interne. Il metodo utilizzato per il trattamento del rifiuto organico è il cosiddetto compostaggio di comunità con sistema aerobico, pratica che vede l’utilizzo di idonei contenitori per la raccolta dell’organico e di compostiere. Il compostaggio aerobico è l’insieme dei processi naturali che conducono alla degradazione della frazione organica dei rifiuti, grazie all’azione di una serie di microrganismi operanti in ambienti ricchi di ossigeno e che portano alla produzione di una famiglia di composti noti come humus (acidi umici e fulvici). La compostiera o biocompostiera è un contenitore atto ad accogliere la frazione organica dei rifiuti solidi urbani durante la sua decomposizione aerobica. All'interno di essa i numerosi batteri: termofili, mesofili, psicrofili e actonomiceti, insieme ai lombrichi trasformano le sostanze organiche in humus o terra fertile.
Dal progetto attuato emerge la proposta di sistematizzare un modello di buona prassi, replicabile in tutti gli istituti penitenziari che presentino gli spazi idonei all’attuazione di processi di raccolta differenziata e aree verdi da destinare al reimpiego del compost ottenuto dal rifiuto organico.
Il modello proposto implica una nuova considerazione della struttura penitenziaria come una “Comunità vivente” pienamente inserita nel tessuto sociale e produttivo, con il quale intrattiene rapporti bidirezionali, su cui influisce positivamente o negativamente con le proprie scelte e i propri comportamenti: raccolta e gestione del ciclo dei rifiuti (organici e inorganici), produzione di compost di qualità, selezione dei fornitori per l’approvvigionamento degli alimenti, controllo degli alimenti in ingresso, gestione delle aree verdi ed altri aspetti che impattano sul rapporto uomo-ambiente.
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909/11/2020 - 30/04/2021
Relazione finale
Il progetto attuato appare un’opportunità replicabile in tutti gli istituti penitenziari che presentino gli spazi idonei all’attuazione di processi di raccolta differenziata e aree verdi da destinare al reimpiego del compost ottenuto dal rifiuto organico. Allo stato, non sono emersi legami particolarmente stretti fra il territorio e la struttura penitenziaria individuata. Legami che potrebbero essere intensificati attraverso pratiche virtuose di scambio merci con gli agricoltori locali che potrebbero beneficiare di un compost di qualità in cambio di materie prime, come frutta e verdura di prima scelta ad esempio, a prezzi più accessibili rispetto a quelli di mercato.
Soprattutto in una grande struttura detentiva, come quella di Lecce, è apparso immediatamente evidente quanto i principi dell’economia circolare ed i processi per la sua attuazione, possano assumere grande importanza sotto diversi aspetti. Il primo tra i quali è la corretta differenziazione dei rifiuti. Oltre duemila persone – fra detenuti e guardie penitenziarie – vivono la Casa Circondariale di Lecce. A queste se ne aggiungono almeno altrettante, se consideriamo gli avvocati o le famiglie dei detenuti in visita, che gravitano attorno alla Casa Circondariale. La Casa Circondariale di Lecce rappresenta, dunque, una grande comunità-paese, nella quale si attuano le stesse dinamiche di produzione e raccolta dei rifiuti differenziati.
Per tale motivo sarebbe auspicabile che talune iniziative progettuali fossero utilizzate come progetti pilota per incentivare la sensibilizzazione della popolazione detenuta che, di fatto, non è esclusa dal contesto sociale ma semplicemente ristretta in un luogo comunque connesso alla società civile e obbligato al rispetto degli adempimenti che essa stessa impone.
Particolare attenzione potrà essere posta per le strutture di dimensioni medio-grandi e capienze elevate, come quella della C.C. di Lecce, poiché i quantitativi giornalmente prodotti di rifiuti riciclabili rappresentano un bene e una risorsa economica, se correttamente gestito con processi di raccolta differenziata da attuarsi già all’interno delle singole camere detentive.