Foggia900
Archeologia dei paesaggi e delle memorie di una città tra le due guerre
Cambios en "Parte II. La Città Rivelata. Il patrimonio collettivo come risorsa strategica"
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Il co-design e l’avvio della mappatura collaborativa è il cuore operativo del percorso \"Foggia 900\": è un processo di costruzione collettiva della conoscenza che, attraverso l'uso della piattaforma digitale CityOpenSource, espone un inventario partecipativo dei patrimoni materiali e immateriali della città tra le due guerre:
Mappa collaborativa del patrimonio materiale
Mappa collaborativa del patrimonio immateriale
Le mappe si configurano come un testo collettivo, un racconto polifonico che rivela la geografia emotiva, sociale e storica di Foggia. L'analisi periodica di un patrimonio collettivo, co-costruito con la comunità e crescente nel tempo, è fondamentale, poiché mostra quali luoghi, storie e temi sono collettivamente e gradualmente riconosciuti come punti di riferimento della propria identità meritevoli di cura e valorizzazione.
Il processo Foggia 900 introduce un atlante strategico per la pianificazione culturale, identificando risorse uniche e autentiche su cui fondare le future politiche di welfare.
2.1. Geografie dell'Anima. Le lenti della mappa immateriale
La mappatura del patrimonio immateriale è fondata sull’approccio innovativo del suo co-design. Durante un laboratorio dedicato, i partecipanti stessi hanno definito e modellato dodici categorie tematiche: vere e proprie \"lenti\" attraverso cui la comunità di Foggia può leggere, organizzare e dare senso alla propria memoria.
Le categorie della mappa immateriale sono quadri narrativi che rivelano le priorità tematiche, le sensibilità collettive e le chiavi di lettura della storia foggiana del Novecento tra le due guerre.
Analizzare la popolazione delle segnalazioni categorizzate che giungeranno nel tempo consentirà al Comune di Foggia di comprendere quali storie la comunità ritiene più urgenti da raccontare e, di conseguenza, quali assi programmatici dovrebbero guidare le azioni culturali in atto e quelle future.
2.1.1. Nuclei narrativi dominanti emergenti al 24.06.2025
- Le Ferite. È la categoria più densa e sentita, un vero e proprio archivio del trauma collettivo legato ai bombardamenti del 1943. Raccoglie una pluralità di voci: dalla rielaborazione poetica di Luigi Scopece e artistica di Francoise Krige, alla testimonianza dello scrittore Luciano Bianciardi, fino a documenti storici come la \"Piantina delle aree bombardate\". Accanto a queste, emergono le voci dirette dei sopravvissuti, come Salvatore Coccia e Andrea Muciaccia, che legano la memoria a luoghi specifici della città distrutta. Questa categoria non è un catalogo di distruzioni, ma una chiara indicazione della necessità di percorsi culturali dedicati all'elaborazione del trauma, alla memoria delle vittime civili e alla riconciliazione con un passato doloroso.
- Gli Sfollati. Strettamente connessa alla precedente, questa categoria dà voce all'esperienza dello sradicamento e della diaspora interna. Le testimonianze, come \"Gli sfrattati dai bombardamenti\" o le immagini degli \"Sfollati in aeroporto\", raccontano la perdita della casa e la ricerca di un rifugio, mettendo in luce la resilienza della popolazione e la trasformazione di luoghi urbani in spazi di sopravvivenza. Questo tema suggerisce progetti focalizzati sulla storia sociale, sulla resilienza comunitaria e sulla memoria dei civili in guerra.
- Il Volo. Questa categoria testimonia il ruolo strategico di Foggia come hub aeronautico, legando la storia locale a una dimensione globale. Le memorie legate all'Aeroporto Gino Lisa o alla presenza di piloti stranieri evidenziano la duplice natura della modernità: simbolo di progresso e strumento di conflitto. Tale nucleo narrativo apre la strada a itinerari di archeologia industriale e militare, valorizzando un aspetto specifico e distintivo della storia foggiana.
- Le Donne. Sebbene quantitativamente meno rappresentata, questa categoria è qualitativamente fondamentale, perché fa emergere storie e prospettive altrimenti sommerse. La mappatura della pittrice Livia Testi o della testimonianza di Maria Pipoli sui bombardamenti apre uno squarcio sull'esperienza femminile durante la guerra. Ciò indica una chiara opportunità strategica: sviluppare progetti di ricerca e valorizzazione mirati a recuperare una storia di genere ancora in gran parte da scrivere, contribuendo a una narrazione storica più equa e completa.
Le categorie ancora poco utilizzate, come \"La Musica\", \"All’americana\" o \"Stranieri In Patria\", non rappresentano un limite, ma un'opportunità. Indicano aree di memoria ancora latenti che possono essere attivate con future azioni mirate di ricerca e stimolo partecipativo.
Si consiglia l’adozione di queste \"lenti\" della comunità come assi programmatici verso linee d'azione concrete, per la progettazione di attività culturali pertinenti e profondamente radicate nel sentire collettivo.
2.2. Palinsesti Urbani. Le tracce materiali e l'archeologia contemporanea
La mappa collaborativa del patrimonio materiale offre una lettura stratigrafica della città, rivelando un palinsesto urbano dove le tracce del passato convivono, si sovrappongono e talvolta confliggono. L’analisi va oltre i monumenti canonici, per includere un patrimonio diffuso che costituisce un formidabile ancoraggio per la memoria collettiva. Il paesaggio urbano di Foggia emerge come un libro di storia a cielo aperto, la cui ricchezza risiede proprio nella compresenza di narrazioni diverse, a volte antagoniste.
2.2.1. Categorie significative di beni materiali mappati
- L'architettura del Ventennio e la \"Grande Foggia\". Una parte consistente della mappatura è dedicata agli edifici pubblici e residenziali realizzati durante il regime fascista, come il Palazzo del Consorzio di Bonifica di Concezio Petrucci o il Quartiere-giardino EACP di Luigi Piccinato. Queste opere sono testimonianze di una precisa visione ideologica e urbanistica che mirava a modernizzare la città, celebrare la bonifica e ridisegnare lo spazio pubblico secondo i canoni del razionalismo. La mappatura di interi piani urbanistici, come la Variante al PRG per la zona della Caserma Miale, mostra l'impatto profondo di queste politiche sulla forma urbana attuale.
- Luoghi della memoria civica e religiosa. La storia di luoghi che hanno subito profonde trasformazioni o che sono scomparsi, diventando essi stessi patrimonio immateriale nella memoria dei cittadini. La demolizione di antichi complessi come la Chiesa di Sant’Angelo per far posto al nuovo Palazzo di Città racconta una storia di modernizzazione forzata e di riscrittura dello spazio simbolico del centro. Questi vuoti e queste trasformazioni sono parte integrante della narrazione urbana e meritano di essere raccontati.
- Tracce belliche e archeologia contemporanea. È una categoria originale e rivelatrice. Le segnalazioni dell’alloggio-deposito Nissen su Via Manfredonia, un prefabbricato militare americano del 1944 e delle grelle – i pannelli d'acciaio traforati usati per le piste di volo alleate e poi riutilizzati come cancellate e recinzioni in tutta la Capitanata – rappresentano esempi significativi di archeologia contemporanea. Questi reperti, spesso trascurati dalla storiografia ufficiale, sono la materializzazione più tangibile della memoria della guerra. Il caso delle grelle è emblematico: un oggetto militare americano, simbolo della guerra globale, viene decontestualizzato, riutilizzato creativamente dalla comunità e integrato nell'architettura vernacolare, diventando un ibrido culturale unico. Questo processo di patrimonializzazione dal basso è di grande interesse e costituisce un punto di forza unico per il patrimonio foggiano.
L'analisi integrata di queste tipologie di beni svela la specificità del patrimonio di Foggia: la coesistenza fisica di narrazioni in tensione. L'architettura celebrativa del Ventennio convive con le cicatrici dei bombardamenti e con le tracce materiali lasciate dall'occupazione alleata.
Le future politiche di valorizzazione non dovranno limitarsi a un approccio per singoli monumenti, ma dovranno promuovere una lettura stratigrafica della città, creando itinerari narrativi che connettano queste tracce diverse, raccontando la complessità, le contraddizioni e le sinergie inaspettate della storia urbana.
2.3. Indizi per il futuro: dalle mappe alle azioni di welfare
Le mappe collaborative, con la loro ricchezza di dati, sono un fondamentale punto di partenza. Si configurano come un campo fertile di indizi utili che alimenta questo documento guida, radicato nelle specificità del territorio con la sensibilità della comunità mappante. La connessione tra i beni mappati e le potenziali funzioni di welfare culturale permette di delineare strategie concrete per l'educazione, l'inclusione sociale e lo sviluppo di un turismo consapevole. Ogni punto mappato può essere visto come un seme per future iniziative.
Un esempio emblematico è offerto dalle \"Case rurali\" di via Lucera, ampiamente documentate nella mappa del patrimonio materiale. Questi edifici, sorti nel 1933, rappresentano una testimonianza architettonica e sociale di grande interesse. La loro storia, segnata da un progressivo isolamento e degrado, offre uno spunto potente per progetti di welfare culturale: laboratori didattici con le scuole del quartiere per ricostruire la storia degli edifici e delle famiglie che li hanno abitati potrebbero trasformare uno stigma di emarginazione in un'occasione di riscoperta identitaria, diventando il fulcro di progetti di rigenerazione urbana a base culturale, con il coinvolgimento degli attuali residenti in attività artistiche e narrative.
Un altro indizio di eccezionale valore è rappresentato dalle \"grelle\". Questo fenomeno di riuso spontaneo, perfetto esempio di patrimonializzazione dal basso, può essere l’inizio di un progetto culturale di un itinerario di archeologia del riuso, che colleghi Foggia ai comuni limitrofi, dove queste tracce sono state rinvenute. Tale percorso valorizzerebbe un patrimonio minore e diffuso stimolando una riflessione sul rapporto tra memoria, creatività e sostenibilità, in modo da connettere la grande storia del conflitto mondiale alle micro-storie di ingegno e adattamento delle comunità locali. Questo tipo di iniziativa potrebbe attrarre una forma di turismo culturale interessato alle storie non convenzionali e all'archeologia contemporanea, generando al contempo nuove forme di collaborazione inter-comunale.
Le categorie della mappa immateriale offrono ulteriori spunti programmatici. La categoria \"Le Ferite\", così densa di testimonianze, suggerisce la creazione di un archivio orale permanente della città, un progetto di raccolta e digitalizzazione delle voci dei testimoni, da rendere accessibile a tutti attraverso un futuro \"Centro della Memoria\". Queste narrazioni potrebbero divenire la materia prima per produzioni di teatro di comunità, documentari e installazioni artistiche, promuovendo un'elaborazione collettiva del trauma storico. La categoria \"Le Donne\", indica la necessità di sostenere ricerche e progetti mirati a far emergere il ruolo delle donne nella storia di Foggia, attraverso cicli di incontri, mostre e passeggiate urbane dedicate, contribuendo al riequilibrio della narrazione storica e promuovendo una maggiore consapevolezza della prospettiva di genere.
Le mappe sono una bussola per l'azione. Questo documento guida coglie questi indizi, per trasformarli in assi strategici e azioni concrete. L'obiettivo è creare un circolo virtuoso in cui il patrimonio mappato alimenta le attività di welfare culturale. Esse, a loro volta, possono generare nuova conoscenza, nuova partecipazione e nuovo benessere per la comunità, in un processo di cura e valorizzazione continuo e condiviso.
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