Foggia900
Archeologia dei paesaggi e delle memorie di una città tra le due guerre
Parte I. La voce della comunità: le istanze emerse dal percorso partecipativo
Il fondamento di ogni politica pubblica, in particolare culturale, efficace e legittima, risiede nella sua capacità di ascoltare e interpretare i bisogni della comunità a cui si rivolge. Il percorso partecipativo "Foggia 900" pone l’ascolto al centro del proprio metodo, a partire da un questionario qualitativo strutturato attorno alle tre domande strategiche definite dal percorso regionale dei Luoghi della Memoria: Fare Memoria, Fare Comunità, Fare Cambiamento. L'analisi delle risposte fornite dai partecipanti offre uno spaccato vivido e profondo delle aspirazioni, delle preoccupazioni e delle proposte della cittadinanza, delineando una visione condivisa su come attivare il passato per costruire il futuro.
1.1. Fare Memoria: tra rigore scientifico e narrazione creativa
Per Fare Memoria è necessario innanzitutto porre in una relazione di dialogo e reciproco arricchimento il sapere "esperto" che appartiene a specialisti/ricercatori e il sapere "esperto" che risiede nelle comunità.
La collaborazione tra istituzioni, associazioni, cittadini e studiosi locali è prerequisito indispensabile per una ricostruzione accurata e autorevole del passato.
Rigore scientifico e oggettività storica devono sposarsi con l'adozione di linguaggi innovativi, creativi e tecnologicamente avanzati, per rendere la memoria accessibile, emozionante e significativa per tutti, soprattutto per le nuove generazioni, che quelle memorie hanno poco vissuto.
Il successo di una politica della memoria a Foggia dipenderà dalla sua capacità di tenere insieme queste due anime, garantendo che il racconto del passato sia tanto affidabile quanto avvincente.
Lo studio degli eventi dovrà avvenire in modi scevri da condizionamenti e ideologie di parte, attraverso una attenta lettura e un’esposizione lontana da ideologie e credo di parte. Deve affermarsi la volontà di costruire una memoria affidabile, basata sui fatti e immune da strumentalizzazioni, avvalendosi di competenze specialistiche, come la conoscenza, per gli anni tra le due guerre, della storia militare, dei mezzi, delle tattiche e delle strategie.
Da solo il rigore non è sufficiente. Per parlare al presente, alle nuove e con le nuove generazioni è cruciale superare la mera esposizione documentale e utilizzare tutti gli strumenti dello storytelling digitale capaci di coinvolgere emotivamente e intellettualmente: dall'uso della realtà virtuale e app interattive a mostre multimediali, installazioni sonore e visive, video mapping e podcast itineranti.
L'obiettivo delle tecnologie non è l'intrattenimento fine a se stesso, ma la creazione di esperienze che permettano di rivivere il passato in modo coinvolgente, stimolando domande, confronto e partecipazione attiva.
È importante trasformare la fruizione della storia da mero accumulo di testimonianze materiali a esperienza performante ed esplorativa, capace di generare un legame più profondo con la comunità di Foggia.
1.1.1. Proposte per Fare Memorie con rigore scientifico e narrazione creativa:
- combinazione di strumenti tradizionali e innovativi. Accanto al recupero, restauro e protezione del patrimonio storico esistente, promozione dell'uso di tecnologie immersive, formazione di guide motivate e realizzazione di percorsi didattici;
- attivazione di laboratori di co-creazione e mappatura partecipata. Laboratori creativi e progetti scolastici ispirati da documenti e testimonianze storiche, per rendere i cittadini da semplici fruitori a co-produttori di conoscenza e significato;
- rielaborazione artistica delle fonti. Utilizzo di fotografie, filmati, documenti e reperti come punto di partenza per una narrazione aperta e a licenza aperta: riutilizzabile per una rielaborazione artistica che possa creare appartenenza e nuovi prodotti culturali, favorendo un "apprendimento personalizzato”;
- coinvolgimento delle storie personali e familiari. Valorizzazione delle memorie private, incoraggiando la ricerca materiale e immateriale da parte delle famiglie e la condivisione delle storie conservate e rinvenute, attraverso la mappatura collaborativa digitale e i social media, per stimolare il confronto, lo scambio, lo sviluppo generativo di contenuti
La tensione creativa tra rigore e narrazione, tra ricerca e emozione, costituisce una preziosa indicazione di questo documento guida. I cittadini di Foggia possono ricordare insieme in modo vero e vivo e costruire cultura. Qualsiasi politica di welfare culturale dovrà promuovere progetti intrinsecamente interdisciplinari, che vedano la collaborazione sinergica di storici, archivisti, artisti, tecnologi, educatori, comunicatori, riuniti assieme agli abitanti, permanenti e temporanei.
1.2. Fare Comunità. Il Patrimonio come Infrastruttura di relazioni
Il patrimonio materiale e immateriale delle memorie è un potente catalizzatore sociale.
L'atto del ricordare è un'azione collettiva, il cui scopo ultimo è fare comunità. Questa visione trasforma il patrimonio da un insieme di oggetti e storie del passato a una vera e propria infrastruttura di relazioni umane nel presente, dal passato al futuro, per assumere la forma di strumento di welfare culturale, capace di dare senso e appartenenza ai luoghi. La coesione nasce quando la memoria è valorizzata come bene comune, creando spazi di ascolto e dialogo tra generazioni, culture e vissuti diversi.
Deve riconoscersi il ruolo insostituibile delle istituzioni formative nel dialogo intergenerazionale, per l’educazione al patrimonio culturale. È prioritario partire innanzitutto dalla scuola, creando occasioni di racconto destinate ai più giovani, perché gli alunni possano percepirsi come anello vivo di una catena di fatti, luoghi, persone, toccando con mano la grande storia e le molte storie, per un legame più profondo con la propria comunità.
Coinvolgere gli studenti nella scoperta della propria storia familiare e comunitaria è una leva strategica per costruire un senso di identità, di appartenenza e di responsabilità civica. L'educazione al patrimonio, in questa prospettiva, diventa un pilastro fondamentale per la coesione sociale futura.
1.2.1. Proposte per Fare Comunità
L’ ecosistema diffuso di condivisione è basato su tre pilastri:
- Creazione di spazi fisici e relazionali. Si suggerisce di istituire biblioteche solidali nei quartieri e luoghi di comunità, riconoscendo in luoghi preesistenti e vissuti, poli vivi dove potersi incontrare, sviluppare creatività e condividere i saperi: spazi aperti e accessibili che fungano da catalizzatori di incontri e scambi.
- Attivazione di reti collaborative. Reti di cittadini, scuole, associazioni e istituzioni culturali per costruire, alimentare nel tempo e potenziare la mappatura partecipata di Foggia 900 è lo strumento e il metodo stesso per generare una coesione sociale fondata sulle memorie, sul fare comunità e cambiamento possibile.
- Approccio inclusivo verso le nuove generazioni. Superamento dei paternalismi per imparare a fare davvero insieme ai giovani, rispettandone i linguaggi e le diverse velocità cognitive, valorizzando le loro competenze, con la sperimentazione di opportune soluzioni tecnologiche. L'incontro tra i due ritmi di passo, di adulti e giovani, è delicato e complesso, ma capace di produrre risultati che vanno oltre ogni aspettativa.
Deve riconoscersi la comune consapevolezza profonda e a tratti sofferta della realtà sociale della città: un contesto di fragile identità comunitaria. Per questo, il lavoro sulle memorie assume una valenza che trascende l'ambito puramente culturale per diventare una vera e propria strategia di ricomposizione sociale.
Si tratta di lavorare "ab imis", dalle fondamenta, per risvegliare nei cittadini la conoscenza del patrimonio e il desiderio intimo di ricercarlo e difenderlo. Per questo, il welfare culturale deve agire a Foggia a un livello di cura, di natura terapeutica.
L'obiettivo è attivare legami, ricostruire una fiducia condivisa e fornire ai cittadini, specialmente ai più giovani, le radici necessarie per immaginare un futuro comune.
Le politiche di welfare culturale non potranno limitarsi a eventi sporadici, ma dovranno configurarsi come processi continui e radicati nel tessuto sociale, con un'attenzione privilegiata al mondo della scuola e alle associazioni, visti come i nodi vitali di questa nuova rete di comunità patrimoniale.
1.3. Fare Cambiamento. Dalla partecipazione alla policy
Emerge il desiderio di tradurre le aspirazioni della comunità in proposte concrete di policy. È una chiara domanda di istituzionalizzazione della memoria all'interno delle politiche urbane. I cittadini superano la dimensione del singolo progetto e immaginano un futuro in cui la cura del patrimonio del Novecento diventi una funzione stabile, visibile e finanziata dell'amministrazione cittadina, capace di generare un impatto duraturo sul benessere e sull'identità di Foggia.
La comunità trascende il ruolo di semplice fruitore di cultura per assumere quello di co-progettista delle politiche pubbliche, verso una comune comprensione strategica delle necessità legate alla governance, alle infrastrutture e alla pianificazione a lungo termine.
1.3.1 Proposte per Fare Cambiamento
Si articolano attorno a tre assi principali, che insieme disegnano l’architettura per il cambiamento.
- Luoghi fisici permanenti. Dare alla memoria case riconoscibili. Si suggerisce di avviare lo sviluppo di un Laboratorio Civico della Memoria: un luogo fisico e digitale dove convergano racconti, documenti, mostre ed eventi partecipativi. Non un museo tradizionale e statico, ma un hub per progetti educativi, artistici e sociali, un punto di riferimento vivo per la comunità. È opportuno scegliere un luogo preesistente disponibile, segno tangibile della volontà politica del Comune di Foggia di rendere la memoria pilastro della vita civica, gestibile da una Rete di Associazioni mediante un patto di collaborazione, che possa riunire il Comune di Foggia, Associazioni, cittadini, Università e, auspicabilmente, la Soprintendenza competente.
- Strumenti di fruizione urbana diffusa. A partire dalla progettazione di percorsi e dallo sviluppo di contenuti a cura del Laboratorio Civico della Memoria, disseminare la memoria nello spazio pubblico, rendendola parte dell'esperienza quotidiana della città. Si propone di progettare e realizzare percorsi urbani della memoria e installazioni interattive con interventi immateriali a basso costo. Tra le idee più concrete, nata all'interno di un laboratorio scolastico, si segnala la disseminazione di QR code in evidenza negli spazi comuni, che rimandano ai contenuti mappati sulla mappa di Foggia 900. Questa proposta può essere estesa a tutta la città, suggerendo che il Comune si faccia carico di apporre targhe ben visibili sugli edifici e nei luoghi mappati, permettendo un’immediata fruizione dei materiali digitali censiti ed un loro incremento immediato e continuo nel tempo, in modo da attivare una cura tangibile e generativa dei Luoghi della Memoria. Questa soluzione intende aumentare il patrimonio storico immateriale direttamente sul campo, nel tessuto urbano, trasformando la città stessa in un museo dinamico a cielo aperto aumentato dalle persone.
- Governance e programmazione stabile. La tenuta delle iniziative di cura delle memorie per la costruzione di comunità e cambiamento dipende da un modello di governance solido e da una programmazione continua. Azioni isolate hanno vita breve e slanci senza sedimentazione non lasciano traccia. Per questo, si raccomanda una triangolazione motivata, avvincente e soprattutto concreta tra Università, associazionismo e Comune, formalizzando una partnership stabile. Per dare continuità e visibilità alle attività, si propone di creare un evento fisso, S-Memoranda, un festival delle memorie che possa fungere da appuntamento annuale per la comunità patrimoniale.
L'insieme di queste proposte costituisce un appello esplicito a passare dalla logica del progetto a quella di una politica pubblica strutturata. È una richiesta di stabilità di luoghi dedicati, di impegni chiari e di un coordinamento istituzionale. Il presente documento guida raccoglie questa domanda per avviarla verso un modello di governance chiaro e sostenibile, che definisca ruoli, responsabilità e risorse per la valorizzazione nel tempo del patrimonio della memoria, perché l'eredità di "Foggia 900" diventi un asse portante della vita civica e culturale della città.
1.3.2 Approfondimenti per la Governance
La richiesta di una governance e programmazione stabile si configura come una precondizione essenziale per trasformare la cura della memoria da un insieme di iniziative sporadiche e frammentarie a un motore sistematico di welfare culturale urbano. È possibile identificare un insieme di raccomandazioni operative per l'adozione di un'architettura di governance che possa sostenere nel tempo le strategie e le azioni identificate. A tal fine è possibile richiamare tre strumenti giuridico-amministrativi: l'Accordo Quadro inter-istituzionale, il Regolamento comunale per l'Amministrazione Condivisa dei beni comuni e i Patti di Collaborazione, da intendersi come componenti interdipendenti di un unico e coerente ecosistema di governance.
Tali strumenti, operando in sinergia a diversi livelli (strategico, regolamentare, operativo), possano costruire l'impalcatura istituzionale necessaria per attuare le raccomandazioni contenute nel presente documento. L'Accordo Quadro stabilisce la cornice di collaborazione ad alto livello; il Regolamento fornisce le norme generali per l'azione civica a livello comunale; i Patti di Collaborazione attuano concretamente gli interventi sul territorio, in un flusso che va dalla visione strategica all'azione condivisa.
1.3.2.1 Allineamento strategico regionale
Le raccomandazioni formulate sono concepite in piena e deliberata coerenza con le direttrici strategiche della Regione Puglia. In particolare, si allineano ai principi del Manifesto Pugliese per il Welfare Culturale e agli obiettivi della Legge Regionale n.10 del 27 marzo 2020, "Promozione e sostegno alle attività di valorizzazione dei luoghi della memoria del novecento e degli archivi storici della Puglia". L'adozione di questo ecosistema di governance posizionerebbe il Comune di Foggia come un "laboratorio pugliese" di buone pratiche e un caso pilota nell'attuazione delle politiche regionali. Tale allineamento strategico rafforza la legittimità politica delle azioni locali e facilita l'accesso a futuri canali di finanziamento e supporto tecnico da parte dell'ente regionale, inserendo l'esperienza foggiana in un quadro di sviluppo territoriale più ampio e coordinato.
L'adozione degli strumenti di governance a Foggia risponde all’esigenza di efficienza e stabilità amministrativa e assume una valenza più profonda e terapeutica, per una comunità fragile da ricomporre. Il Manifesto Pugliese per il Welfare Culturale ricorda che la cultura può agire come strumento di cura e riscatto sociale ("la Cultura CURA", "la Cultura RISCATTA" e strumenti come il Regolamento per l'amministrazione condivisa e i Patti di Collaborazione si fondano su principi di fiducia reciproca, responsabilità condivisa e co-progettazione. Essi non si limitano a produrre servizi o a curare beni fisici; il loro effetto primario è la produzione di capitale sociale, di fiducia e di legami interpersonali e istituzionali.
L'atto stesso di istituire e praticare una governance collaborativa diviene un intervento di welfare culturale in sé. È un processo che, attraverso la pratica quotidiana della collaborazione, può contribuire a ricostruire la fiducia tra cittadini e istituzioni e tra i cittadini stessi, agendo direttamente sulle radici della fragilità identitaria identificata e promuovendo una cittadinanza più attiva e consapevole.
1.3.2.2 L'Accordo Quadro Inter-Istituzionale: formalizzare la sinergia strategica
1.3.2.2.1 Analisi giuridica e funzionale dell'Accordo Quadro
L'Accordo Quadro rappresenta lo strumento giuridico di livello più elevato per formalizzare la collaborazione strategica tra diverse amministrazioni pubbliche. La sua base normativa si rinviene nell'articolo 15 della Legge 7 agosto 1990, n. 241, il quale stabilisce che "le amministrazioni pubbliche possono sempre concludere tra loro accordi per disciplinare lo svolgimento in collaborazione di attività di interesse comune". È fondamentale sottolineare che tale strumento non è un mero protocollo d'intesa privo di cogenza, ma un atto con piena valenza giuridica che definisce impegni precisi, responsabilità e modalità operative per le parti contraenti.
La sua finalità strategica, nel contesto foggiano, è quella di formalizzare la "triangolazione motivata, avvincente e soprattutto concreta tra Università, associazionismo e Comune". L'obiettivo è elevare la collaborazione dal livello operativo-progettuale, spesso legato a iniziative singole e a finanziamenti a termine, a un livello strategico-programmatico. Questo garantisce stabilità nel lungo periodo, una più efficiente condivisione di risorse (umane, scientifiche, strumentali e finanziarie) e, soprattutto, una coerenza di visione e di azione tra gli enti che, a diverso titolo, hanno competenza e interesse nella cura della memoria e nello sviluppo culturale del territorio. L'Accordo Quadro crea una sede istituzionale permanente per il dialogo e la programmazione congiunta, superando la frammentazione e assicurando che le politiche culturali siano il risultato di uno sforzo coordinato e sinergico.
1.3.2.2.2. Prassi virtuose a confronto: i modelli di Milano e Cagliari
L'analisi di esperienze consolidate a livello nazionale offre modelli operativi robusti per la redazione di un efficace Accordo Quadro. Il Modello Milano si distingue per la sua ampiezza e la sua struttura articolata. L'accordo, stipulato tra il Comune e un vasto partenariato di Università e Istituzioni di Alta Formazione e Cultura (tra cui Politecnico, Bocconi, Statale, Brera), presenta elementi di particolare interesse per Foggia:
- Struttura inclusiva e aperta. L'accordo è multilaterale e prevede la possibilità di adesione successiva da parte di altri enti, garantendo flessibilità e capacità di crescita della partnership.
- Comitato di Coordinamento e Monitoraggio. Viene istituito un organo paritetico, composto da rappresentanti di alto livello di tutti i firmatari, con compiti precisi di pianificazione strategica, monitoraggio delle attività, promozione di progetti congiunti e gestione della comunicazione. Questo organo assicura la vitalità e l'operatività dell'accordo nel tempo.
- Distinzione tra Accordo Quadro e Accordi Applicativi. L'accordo-cornice definisce le strategie e le aree di collaborazione generali, mentre i singoli progetti (tirocini, ricerche specifiche, organizzazione di eventi, ecc.) sono disciplinati da "Accordi Applicativi" derivati. Questa architettura a due livelli coniuga visione strategica e flessibilità operativa.
- Aree di Collaborazione Tematiche. L'accordo lega esplicitamente la collaborazione accademica alle priorità politiche della città, definite in macro-ambiti di sviluppo (es. "Milano sempre più giusta", "Milano sempre più verde e sostenibile"). Questo approccio garantisce che la ricerca e la formazione siano funzionali alle sfide concrete del territorio.
Il Modello Cagliari, pur essendo un accordo bilaterale tra Comune e Università, offre spunti significativi per la sua concretezza:
- Chiarezza degli Obiettivi. L'accordo definisce finalità misurabili, come il miglioramento della qualità della vita, la produzione di innovazione sociale e la valorizzazione dell'offerta universitaria.
- Programma Annuale degli Interventi. Prevede un meccanismo virtuoso per cui, annualmente, le parti definiscono un programma operativo che specifica contenuti, soggetti coinvolti, tempi di realizzazione e ripartizione degli oneri. Questo assicura che l'accordo non rimanga una dichiarazione di intenti, ma si traduca in azioni concrete, verificabili e rendicontabili.
1.3.2.2.3 Raccomandazioni per un Accordo Quadro per Foggia
Sulla base dell'analisi condotta, si raccomanda al Comune di Foggia di promuovere la stipula di un Accordo Quadro per la cura, valorizzazione e promozione della memoria del Novecento e per lo sviluppo del welfare culturale a Foggia.
- Parti Contraenti. Si suggerisce un accordo trilaterale tra Regione Puglia (attraverso il Dipartimento Turismo, Economia della Cultura e Valorizzazione del Territorio), Comune di Foggia e Università di Foggia (con particolare riferimento al Dipartimento di Studi Umanistici e all'Area Terza Missione, promotori del percorso di Foggia 900). L'inclusione della Regione è strategica per garantire l'allineamento con le politiche sovraordinate e per fungere da catalizzatore di risorse e competenze.
- Oggetto dell'Accordo. L'oggetto principale deve essere l'esercizio coordinato e integrato delle funzioni istituzionali delle parti relative alla ricerca scientifica, alla tutela, alla valorizzazione e alla promozione del patrimonio materiale e immateriale della memoria del Novecento a Foggia. Questo deve avvenire in esplicita attuazione della L.R. 10/2020 e in coerenza con i principi del Manifesto Pugliese per il Welfare Culturale, includendo la sperimentazione di modelli innovativi di governance di tale patrimonio, come richiesto dalla comunità.
- Struttura Proposta. Si raccomanda di adottare una struttura articolata basata sui modelli di Milano e Cagliari. Un elemento centrale dovrà essere l'istituzione di un Comitato di Coordinamento Tecnico-Scientifico, composto da rappresentanti delle tre istituzioni. Tale Comitato avrà funzioni di indirizzo strategico e supervisione scientifica delle attività, fungendo da organo di governance per iniziative chiave come il futuro Centro della Memoria del Novecento di Foggia, la cui creazione è una delle raccomandazioni cardine di questo documento.
1.3.2.3 Il Regolamento per l'Amministrazione Condivisa: istituzionalizzare la collaborazione civica
1.3.2.3.1. Il Principio di Sussidiarietà Orizzontale e il modello Labsus
Il Regolamento per l'amministrazione condivisa dei beni comuni è lo strumento principe per dare attuazione concreta al principio di sussidiarietà orizzontale, sancito dall'articolo 118, ultimo comma, della Costituzione Italiana. Tale principio impegna tutte le istituzioni della Repubblica a "favorire l'autonoma iniziativa dei cittadini, singoli e associati, per lo svolgimento di attività di interesse generale". Questo segna un passaggio epocale da un modello amministrativo tradizionale, di tipo bipolare, in cui lo Stato è l'unico detentore dell'interesse generale e il cittadino è un mero destinatario di servizi, a un modello collaborativo e relazionale, in cui cittadini e amministrazione agiscono su un piano paritario per il bene della comunità.
L'associazione Labsus (Laboratorio per la Sussidiarietà) ha svolto un ruolo pionieristico nell'elaborare un prototipo di "Regolamento sulla collaborazione fra cittadini e amministrazione per la cura e la rigenerazione dei beni comuni urbani". Questo modello, adottato da centinaia di comuni in tutta Italia, funge da standard nazionale e si fonda su alcuni pilastri concettuali e operativi:
- Definizione Partecipata dei Beni Comuni. I beni comuni non sono definiti a priori da un elenco tassativo, ma vengono riconosciuti come tali attraverso un processo condiviso tra amministrazione e cittadini, che ne identificano il valore d'uso per la collettività.
- Pariteticità e Collaborazione. Il Regolamento istituisce una relazione non gerarchica. L'amministrazione non "concede" o "autorizza", ma "collabora" e "sostiene" l'iniziativa dei cittadini.
- I Patti di Collaborazione. Lo strumento operativo centrale è il "patto di collaborazione", un accordo flessibile che disciplina gli interventi specifici, come verrà approfondito nella sezione successiva.
1.3.2.3.2. Analisi comparata dei regolamenti in Puglia
La Regione Puglia presenta un contesto particolarmente fertile per l'adozione di tale strumento. Numerosi comuni, di diverse dimensioni, hanno già adottato un regolamento basato sul modello Labsus, tra cui Bari, Brindisi, Laterza, Turi, Ginosa e molti altri. Questa diffusa prassi amministrativa dimostra la maturità del contesto regionale e offre al Comune di Foggia una solida base di esperienze concrete, precedenti giurisprudenziali e soluzioni operative già testate da cui attingere.
Il caso del Comune di Bari è particolarmente significativo, essendo stato uno dei primi capoluoghi del Sud ad adottare il regolamento nel 2015.18 L'analisi del suo articolato rivela punti di forza che possono essere presi a modello:
- Definizioni Ampie e Inclusive. L'articolo 2 del regolamento barese definisce i beni comuni urbani in senso lato, includendo non solo beni materiali (spazi, edifici) ma anche beni immateriali e digitali, funzionali al benessere individuale e collettivo. Questa ampiezza è perfettamente allineata con la necessità di Foggia di gestire un patrimonio immateriale come la memoria.
- Procedure Chiare e Flessibili. L'articolo 11 distingue chiaramente l'iter per le proposte spontanee dei cittadini da quello per le proposte che rispondono a una sollecitazione del Comune, garantendo trasparenza e prevedibilità.
- Forme di Sostegno Dettagliate. Il Capo V del regolamento non si limita a prevedere contributi economici, ma articola un ventaglio di forme di sostegno, tra cui l'affiancamento tecnico da parte del personale comunale (art. 20), l'uso agevolato di spazi (art. 19) e facilitazioni amministrative (art. 24).
- Focus su Innovazione e Creatività. Gli articoli 7 e 8 sono dedicati esplicitamente alla promozione dell'innovazione sociale e della creatività urbana, riconoscendo che la collaborazione civica può generare non solo manutenzione, ma anche nuove forme di socialità, cultura e impresa.
1.3.2.3.3. Raccomandazioni per l'adozione e l'adattamento del Regolamento a Foggia
Si raccomanda al Comune di Foggia di avviare l'iter per l'adozione di un proprio "Regolamento per l'amministrazione condivisa dei beni comuni urbani", utilizzando il prototipo Labsus e l'esperienza consolidata del Comune di Bari come principali fonti di ispirazione.
È cruciale che il regolamento venga personalizzato per rispondere alle specificità del contesto foggiano e alle istanze emerse da Foggia 900. A tal fine, si suggerisce di:
- Integrare l'articolo 2 (Definizioni) con una specificazione chiara e puntuale di "bene comune immateriale" che includa esplicitamente: "la memoria collettiva, le testimonianze orali, gli archivi familiari, i saperi e le pratiche connesse alla storia del Novecento, così come il patrimonio digitale co-creato attraverso le mappe collaborative e le narrazioni collettive".
- Prevedere, all'interno della struttura organizzativa dell'Ente, l'istituzione di un "Ufficio per i Beni Comuni e la Partecipazione". Questa struttura, anche se costituita da personale già in organico, fungerebbe da punto di contatto unico (front office) per i cittadini, semplificando le procedure, fornendo supporto nella co-progettazione dei patti e coordinando le diverse aree comunali coinvolte.
- Concepire il processo di adozione del Regolamento come un'azione partecipativa in sé. Si raccomanda di organizzare audizioni e laboratori di co-scrittura con le associazioni, le scuole e i cittadini attivi che hanno animato il percorso di Foggia 900, al fine di garantire che il testo finale sia non solo tecnicamente valido, ma anche pienamente compreso, legittimato e percepito come "proprio" dalla comunità patrimoniale.
L'adozione del Regolamento trascende il mero atto di buona amministrazione per diventare un'azione politica che riconosce e abilita un vero e proprio "diritto al patrimonio culturale", in piena sintonia con la Convenzione di Faro, qui esplicitamente richiamata. La Convenzione, infatti, sposta l'accento dal "diritto del patrimonio" (inteso come dovere di tutela da parte dello Stato) al "diritto al patrimonio", ovvero al diritto dei cittadini e delle comunità di svolgere un ruolo attivo nel riconoscimento, nella cura e nella trasmissione dei valori del proprio patrimonio culturale. Il percorso di Foggia 900 ha già identificato una "Comunità di Patrimonio" e il Regolamento per l'amministrazione condivisa fornisce lo strumento giuridico per dare corpo e poteri a questa comunità. Esso trasforma i cittadini da semplici fruitori a "co-progettisti" e "co-gestori" dei beni comuni, abilitando una nuova forma di cittadinanza attiva in cui la cura della memoria e degli altri beni collettivi diventa un diritto-dovere esercitabile da tutti, rafforzando la democrazia locale e il senso di appartenenza.
1.3.2.4: I Patti di Collaborazione: attuare la cura condivisa dei Luoghi della Memoria
1.3.2.4.1. Natura e tipologie dei Patti di Collaborazione
Il Patto di Collaborazione, cuore pulsante dell'amministrazione condivisa, traduce i principi generali del Regolamento in azioni concrete e situate. È un atto negoziale, un accordo attraverso cui il Comune e i cittadini attivi (singoli, associazioni, comitati, scuole, ecc.) definiscono su un piano paritario l'oggetto, gli obiettivi, le modalità, la durata e le responsabilità reciproche di uno specifico intervento di cura, gestione condivisa o rigenerazione di un bene comune.
La prassi amministrativa, come quella del Comune di Savona, ha sviluppato un'utile distinzione tra due principali tipologie di patti, la cui adozione è fortemente raccomandata per garantire flessibilità e proporzionalità all'azione amministrativa a Foggia:
- Patti di Collaborazione Ordinari. Destinati a regolare interventi di modesta entità, di breve durata o a carattere temporaneo. Esempi tipici includono la pulizia di un'area, la piccola manutenzione di arredi urbani, la realizzazione di un'aiuola, l'imbiancatura di un muro o l'organizzazione di un singolo evento culturale o di animazione territoriale. Questi patti sono caratterizzati da un iter procedurale semplificato e rapido, gestito interamente a livello tecnico-dirigenziale, senza la necessità di un passaggio politico in Giunta. Questo permette di rispondere con agilità e senza appesantimenti burocratici alle iniziative "leggere" che emergono dal tessuto sociale.
- Patti di Collaborazione Complessi. Concepiti per interventi di maggiore portata, che riguardano la cura o la rigenerazione di beni di significativo valore storico, culturale o economico, o che implicano una gestione continuativa nel tempo e investimenti rilevanti. Rientrano in questa categoria, ad esempio, il recupero di un edificio in disuso, la gestione di un centro culturale o di una biblioteca di quartiere, o l'organizzazione di un festival annuale. Data la loro complessità e l'impatto sulla città, questi patti richiedono un iter istruttorio più strutturato, che prevede una fase di co-progettazione approfondita e un passaggio deliberativo in Giunta Comunale per la valutazione della sussistenza dell'interesse pubblico e l'approvazione finale.
1.3.2.4.2. Casistica di riferimento nel contesto culturale e della memoria
L'utilizzo dei patti di collaborazione in ambito culturale e per la valorizzazione della memoria è una pratica consolidata, che offre a Foggia modelli operativi direttamente replicabili.
- Valorizzazione delle memorie e coinvolgimento scolastico:
- a Milano, il patto per la cura e la valorizzazione delle "Pietre d'inciampo", stipulato con gli studenti del Municipio 2, rappresenta un modello adeguato per attuare la Raccomandazione 2.1, che qui sollecita il coinvolgimento delle comunità scolastiche. Un patto simile potrebbe essere proposto alle scuole foggiane per l'adozione e la narrazione dei luoghi mappati.
- A Bologna, il patto con la Fondazione Lucio Dalla per la promozione di eventi e progetti culturali legati alla memoria dell'artista è un esempio significativo di collaborazione con soggetti strutturati (fondazioni, associazioni culturali) per la gestione di eredità culturali complesse e per l'organizzazione di iniziative di alto profilo.
- Gestione di spazi culturali e organizzazione di eventi:
- a Jesi, il patto di collaborazione siglato per il complesso museale di Palazzo Pianetti prevede il supporto di un'associazione per la catalogazione di un fondo archivistico e per l'organizzazione di mostre. È un esempio di come un patto potrebbe regolare le attività del futuro Centro della Memoria del Novecento di Foggia, affidando alla Comunità di Patrimonio compiti specifici di cura e animazione culturale.
- A Settimo Torinese, il patto "CreaTTiva" per la partecipazione alla realizzazione del Festival dei Linguaggi fornisce un modello operativo ideale per co-generare il festival (S)Memoranda, proposto da Foggia 900. Un patto cornice di tipo complesso potrebbe definire la governance del festival con la rete delle associazioni, mentre patti ordinari potrebbero essere stipulati con singoli artisti o gruppi per la realizzazione di specifici eventi all'interno del palinsesto.
1.3.2.4.3. Raccomandazioni per la progettazione e l’attuazione dei Patti a Foggia
Per tradurre in pratica le strategie delineate, si raccomanda di utilizzare i patti di collaborazione come strumento operativo primario per l'attuazione delle proposte di Foggia 900.
- Processo di Co-progettazione. È essenziale che ogni patto sia il risultato di un dialogo e di un processo di co-progettazione tra l'Ufficio Beni Comuni e i cittadini proponenti. Questa fase è cruciale per definire con chiarezza gli obiettivi, le azioni, le risorse necessarie, le responsabilità e gli indicatori di risultato, garantendo che gli impegni reciproci siano equi e sostenibili.
- Sostegno attivo del Comune di Foggia. L'efficacia dei patti dipende in larga misura dal sostegno concreto che l'Amministrazione è in grado di fornire. Il Comune deve impegnarsi a mettere in campo le diverse forme di supporto previste dal Regolamento: dalla fornitura di materiali e attrezzature all'affiancamento tecnico del personale, dalla concessione in uso di spazi e locali alla copertura assicurativa per i volontari (attraverso convenzioni quadro), fino a un'attiva promozione e comunicazione delle iniziative.
- Predisposizione di modelli Per abbassare la soglia di accesso e facilitare la presentazione di proposte da parte dei cittadini, si suggerisce al Comune di predisporre e rendere disponibili sul proprio sito istituzionale dei modelli/template di patto (sia ordinario che complesso), corredati da una guida chiara alla compilazione. L'esperienza del Comune di Ginosa in questo senso è un utile riferimento.
La tabella seguente funge da mappa di attuazione per l'Amministrazione Comunale. Essa collega le proposte strategiche emerse dal percorso partecipativo Foggia 900 a strumenti giuridici concreti, mostrando come trasformare le raccomandazioni in progetti gestibili, chi coinvolgere e con quali obiettivi. La lista di aspirazioni della comunità può così evolvere in un portafoglio di progetti attivabili, fornendo ai dirigenti e funzionari comunali una visione chiara del lavoro da fare e degli attori da mobilitare per ogni singola iniziativa.
1.3.2.5 Sintesi dell'ecosistema di governance
I tre strumenti proposti — l'Accordo Quadro inter-istituzionale, il Regolamento per l'amministrazione condivisa e i Patti di collaborazione — sono le componenti di un ecosistema di governance integrato, multilivello e sinergico. L'Accordo Quadro agisce al livello strategico, fornendo la cornice di collaborazione di alto profilo tra Regione, Comune e Università. Il Regolamento opera al livello normativo comunale, creando l'infrastruttura giuridica permanente che abilita e disciplina la collaborazione civica. I Patti di collaborazione agiscono al livello operativo, traducendo le strategie e le norme in azioni concrete e radicate nel territorio. Insieme, questi strumenti creano un sistema coerente, capace di dare finalmente la stabilità, la continuità e la legittimità richieste dal percorso di Foggia 900.
1.3.2.6 Valore strategico per l'Amministrazione Comunale
L'adozione di questo sistema di governance deve essere percepita come un fondamentale investimento strategico per il futuro della città. Dotarsi di questo quadro normativo e operativo consentirà al Comune di Foggia di:
- legittimare e potenziare la collaborazione con la comunità, passando da una gestione estemporanea del volontariato a un modello strutturato di cittadinanza attiva, in piena attuazione del dettato costituzionale della sussidiarietà.
- Allineare le politiche locali alle strategie regionali, inserendo Foggia in un quadro di sviluppo coerente e aumentando esponenzialmente le opportunità di accedere a sinergie, supporto tecnico e canali di finanziamento regionali, nazionali ed europei.
- Trasformare la cura del patrimonio da una voce di spesa a un investimento in capitale sociale, coesione, fiducia e welfare culturale. Questo approccio risponde in modo diretto ed efficace alle fragilità del tessuto civico foggiano, ma anche alle sue immense potenzialità, così come sono emerse con chiarezza dal percorso partecipativo.
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