MaBiP - Manifesto per la Bioeconomia in Puglia
#pugliapartecipa; #bioeconomia; #economiacircolare; #partecipazione; #laboratori Processo partecipativo per la BioEconomia in Puglia
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Proposta di Legge Regionale Partecipata “Disposizioni in materia di Bioeconomia”
DOCUMENTO DI PROPOSTA PARTECIPATA
Proposta di Legge Regionale Partecipata “Disposizioni in materia di Bioeconomia”
Relazione accompagnatoria
Proposta di Legge Regionale Partecipata “Disposizioni in materia di Bioeconomia”
Manifesto per la Bioeconomia in Puglia
Considerato che nell’ambito dell’Avviso pubblico per la selezione di processi partecipativi da ammettere a sostegno regionale nell’ambito del Programma annuale della partecipazione della Regione Puglia ai sensi della LR N.28/2017 – Legge sulla Partecipazione-AD n.28 del 21.11.2018, il Centro di Eccellenza di Ateneo per la Sostenibilità dell’Università degli Studi di Bari Aldo Moro, in partenariato con il Centro di Eccellenza di Ateneo per l’Innovazione e la Creatività e Confindustria Puglia, ha presentato la proposta “Manifesto per la Bioeconomia in Puglia (MaBiP)” che è poi risultata vincitrice con delibera n. 238 del 16 Dicembre 2019 della Responsabile della Struttura Speciale Comunicazione Istituzionale.
Visto che il progetto MaBiP nasce come prosecuzione della sottoscrizione, in data 20 Marzo 2019, del Manifesto per la Bioeconomia in Puglia da parte della Presidenza della Regione Puglia, Enti di Ricerca del territorio tra cui l’Università di Bari e Confindustria e, dunque, mondo delle imprese, allo scopo di promuovere una vera rivoluzione industriale in grado di innovare settori maturi come quelli delle materie prime, dei rifiuti, della produzione di energia, garantendo a lungo una sostenibilità ambientale, economica e sociale all’interno del sistema economico.
Visto che l’adozione di una legge sulla economia circolare è tra gli obiettivi inseriti nel programma per la Puglia 2020-2025 “Futuro in corso” del Presidente Michele Emiliano per una sostenibilità ambientale, economica e sociale per continuare a far crescere la Puglia.
Tenuto conto che, nel corso del processo di partecipazione attivato, gli stakeholder coinvolti hanno riflettuto sui processi della Bioeconomia attualmente in essere nella Regione Puglia, evidenziandone possibili sviluppi e implicazioni per la futura crescita del settore e più in generale della Puglia in termini di sostenibilità e di contributo al perseguimento degli Obiettivi dell’Agenda 2030.
Tenuto conto che il progetto MaBiP prevedeva tra i suoi obiettivi principali come output la stesura di una proposta di Legge Regionale sulla Bioeconomia attraverso l’attivazione di processi partecipativi e che raccogliesse i bisogni del territorio e dei principali portatori d’interesse in materia di Bioeconomia.
Si richiede la presa in carico da parte della Regione Puglia della Proposta di Legge Regionale Partecipata sulla Bioeconomia, scaturita dalle predette attività, che si allega alla presente relazione. Con la Comunicazione al Parlamento Europeo, al Consiglio, al Comitato Economico e Sociale Europeo e al Comitato delle Regioni dell'11 Marzo 2020, la Commissione Europea ha definito un nuovo piano d'azione per l'economia circolare dal titolo "Per un'Europa più pulita e più competitiva" nel quale si stabilisce un programma orientato al futuro, per costruire un'Europa più pulita e competitiva in co-creazione con gli operatori economici, i consumatori, i cittadini e le organizzazioni della società civile. Inoltre il Piano mira ad accelerare il profondo cambiamento richiesto dal Green Deal europeo, sulla base delle azioni in materia di economia circolare attuate sin dal 2015. Questo piano provvederà alla razionalizzazione del quadro normativo rendendolo adatto ad un futuro sostenibile, garantendo l'ottimizzazione delle nuove opportunità derivanti dalla transizione e riducendo al minimo gli oneri per le persone e le imprese. Il piano presenta una serie di iniziative collegate tra loro destinate a istituire un quadro strategico per i prodotti, i servizi e i modelli imprenditoriali sostenibili che contribuiranno a trasformare i modelli di consumo in modo da evitare innanzitutto la produzione di rifiuti.
Il nuovo quadro normativo dovrà infatti consentire il raggiungimento degli obiettivi fissati dalle nuove direttive in materia di prevenzione dei rifiuti, di riciclo e di riduzione dello smaltimento in discarica. Dovrà al tempo stesso supportare la transizione all’economia circolare rimuovendo quelle criticità di carattere amministrativo e procedurale che troppo spesso ostacolano e rallentano il suo sviluppo, puntando a superare le forti disomogeneità territoriali ad oggi esistenti nella gestione del ciclo dei rifiuti nel nostro Paese anche attraverso la realizzazione degli impianti e delle infrastrutture necessarie. Appare dunque necessario che il processo di elaborazione dei decreti legislativi sia accompagnato da un ampio confronto con gli stakeholder e che sia rispettata la scadenza prevista per il recepimento delle nuove direttive nell’ordinamento nazionale.
A maggio 2019 è stato presentato l’aggiornamento della Strategia nazionale per la bioeconomia, con il relativo programma di attuazione, anche alla luce della nuova “European BioEconomy Strategy” che pone fortemente l’accento sulla necessità di orientare tutti i settori della bioeconomia verso la circolarità e la sostenibilità ambientale.
Per l’Italia il Green Deal europeo può costituire una straordinaria occasione di sviluppo entro un percorso di transizione ecologica, se saprà definire un proprio quadro strategico coerente e sviluppare azioni per incrementare ed impiegare in modo efficace le risorse finanziarie rese disponibili dal Piano europeo. L’avvio del percorso per un Green Deal nazionale costituisce un riferimento essenziale dal punto di vista della transizione ad un’economia circolare. Si tratta tuttavia di un progetto da rafforzare significativamente sia sotto il profilo degli investimenti pubblici e privati che dal punto di vista di un più complessivo e coerente riorientamento di tutte le politiche pubbliche verso la transizione ecologica e l’economia circolare nel quadro del Green Deal europeo.
Le Regioni possono assumere un ruolo strategico determinante nella transizione verso un'economia circolare in quanto dispongono delle competenze e responsabilità in termini di regolamentazione necessarie, oltre alle conoscenze e all'esperienza sui territori, in grado di definire obiettivi realistici, da perseguire su scala territoriale differenziata: "le regioni sono sufficientemente grandi per fare la differenza e sufficientemente piccole per realizzarla" (cit. Tjisse Stelpstra).
Tenuto conto dei processi territoriali inseriti nell’ambito del Programma annuale della partecipazione della Regione Puglia ai sensi della LR N.28/2017 – Legge sulla Partecipazione in cui si inserisce il progetto MaBiP, si evidenzia sul tema relativo alla Partecipazione che è possibile coniugare innovazione e tutela ambientale solo con la partecipazione di tutti. Il cambiamento è un'azione collettiva: il pubblico esprime esigenze e governa, il privato mette a disposizione competenze e risorse finanziarie. Senza collaborazione e partnership la sostenibilità non si può realizzare (Goal 17, Agenda 2030).
Affinché la Bioeconomia vinca la sfida di “re-integrare economia, società e ambiente”, non sarà sufficiente impiegare semplicemente le biomasse per applicazioni industriali o utilizzare materie prime rinnovabili al posto di quelle fossili. Non si tratta soltanto di integrare le conoscenze biologiche nella tecnologia esistente: per vincere la sfida, occorre che la transizione avvenga anche ad un livello sociale, stimolando consapevolezza e dialogo, nonché sostenendo maggiormente l’innovazione nelle strutture sociali al fine di promuovere condotte più consapevoli. Una maggiore conoscenza di ciò che si consuma (in particolare dei prodotti alimentari e dei relativi processi) favorirebbe il miglioramento delle condizioni di salute e dello stile di vita delle persone, stimolando una domanda che spinga all’innovazione sostenibile da parte delle imprese. Questo processo di transizione nell’economia e nella società, perché se ne possa veramente beneficiare, richiede un approccio olistico, e che i cittadini diventino i veri protagonisti della trasformazione sociale che la Bioeconomia può produrre. Il dialogo sociale e la comprensione delle sfide e delle opportunità legate alla Bioeconomia svolgono un ruolo decisivo al livello della domanda di nuovi prodotti e servizi, e per le innovazioni e gli sviluppi tecnologici ad essi associati. È opportuno che attività quali gli appalti pubblici siano collocate nell’ambito di processi di tipo partecipativo, che favoriscano il coinvolgimento, la comprensione ed il potenziale di replica. La Bioeconomia rappresenta anche un terreno di sfida per ricollegare ambiente, economia e società, generando valore economico insieme a nuovi valori e ad un nuovo approccio culturale. Questo richiede capacità rinnovate di costruzione di consenso sia per il settore pubblico sia per quello privato, e l’apertura di un dialogo sociale. La sfida che ci troviamo davanti richiede: da parte delle imprese, modelli di business che coinvolgano clienti, lavoratori, utenti e soggetti interessati alle loro attività (in primis i cittadini) in una visione comune della sostenibilità; mentre si realizzano nuovi prodotti, servizi e investimenti legati alla Bioeconomia si crea nuovo valore economico, occupazione, relazioni e interazioni, e diviene così evidente come la Bioeconomia sia in grado di soddisfare le esigenze sociali e migliorare il benessere della collettività potenziando anche la capacità di agire degli individui. A livello pubblico, l’adozione diffusa sia di un approccio allo sviluppo locale di tipo partecipativo sia l’adozione di un nuovo concetto di territorio, inteso come insieme localizzato di beni materiali ed immateriali e di relazioni tra diversi soggetti pubblici e privati presenti nell’area. Essere consapevoli della distribuzione territoriale delle risorse rinnovabili, dei punti di forza e debolezza, delle necessità e delle barriere allo sviluppo permette di ricomporre competenze e conoscenze frammentate in nuovi stock e flussi di conoscenze produttive, formando una matrice di innovazione per la Bioeconomia e contribuendo a creare una nuova identità territoriale.
La proposta di Legge regionale partecipata sulla Bioeconomia che qui si propone è frutto di una visione di sviluppo che dovrebbe permeare la strategia politica regionale per raggiungere compiutamente gli obiettivi che si prefigge. Realizzare una Bioeconomia circolare e sostenibile farà in modo che la nostra prosperità economica e lo stato di salute del nostro ambiente si rafforzino vicendevolmente. Per questo motivo è necessario che ciascuna struttura politica e strategica assorba i principi costituenti della Bioeconomia e li declini nelle proprie attività, azioni e strumenti.
L’impegno congiunto di politica e cittadinanza e l’opportunità di perpetrare e dare maggiore corpo all’azione partecipativa di tutto coloro i quali si occupano di Bioeconomia e ritengono necessario ripartire da un modello economico che su essa si fondi e ad essa guardi, ha spinto a elaborare, nell’ambito del progetto “Manifesto per la Bioeconomia” in Puglia (MaBiP), le seguenti raccomandazioni e proposte alla Presidenza della Regione, all’Ufficio Partecipazione e ai nuovi Consiglieri Regionali:
✔ Creazione di un Osservatorio Regionale sulla Bioeconomia, di natura partecipativa, sotto la guida della Presidenza della Regione, tramite l’Ufficio Partecipazione, che curi i rapporti ed il dialogo con l’assemblea legislativa e rappresentativa, i vari assessorati e dipartimenti che sono tutti coinvolti nei processi di Bioeconomia.
✔ Essendo la Bioeconomia materia trasversale e dunque non riconducibile a uno specifico assessorato, oltre che di interesse per l’intera comunità regionale, incardinare il predetto Osservatorio nell’ambito delle strutture della Presidenza e, in particolare, dell’Ufficio Partecipazione.
✔ Creazione di uno sportello sulla Bioeconomia a supporto delle aziende.
✔ Attivazione di un percorso partecipativo che conduca alla definizione di una Strategia Regionale per la Bioeconomia che si integri con il Forum Regionale per lo Sviluppo Sostenibile e con la Strategia Regionale per lo Sviluppo Sostenibile.
✔ Promuovere la stesura di una Roadmap che individui i modelli e le best practice regionali in materia di Bioeconomia.
Secondo i principi di evidence-based policy e di partecipazione la legge proposta, quindi, vuole stabilire i principi regolatori per l’istituzione di un luogo di sinergia e capacità istituzionale, che agevoli la crescita sostenibile della Puglia, strutturando la collaborazione tra stakeholder di diversa provenienza e la condivisione costruttiva delle scelte con la cittadinanza.
NOTA: Il percorso partecipativo ha condotto al testo qui esposto (Documento di Proposta Partecipata) che è da considerarsi esemplificativo dei contenuti emersi nel corso dei laboratori partecipati. Il testo andrà rivisto in ottica di drafting normativo al fine di poter essere avviato al procedimento legislativo ordinario di presentazione del progetto di legge, assegnazione alle commissioni competenti, ecc.
In via preliminare, ad esempio, si rileva che gli artt. 3 e 7 appaiono di carattere programmatorio-gestionale più che normativo e potrebbero, quindi, essere utilmente riformulati e fatti oggetto di uno specifico allegato che regoli gli “Ambiti operativi dell’Osservatorio sulla Bioeconomia in Puglia”, conseguendo così uno snellimento del testo generale ed una maggiore appropriatezza delle previsioni ivi riportate.
Allo stesso modo nella relazione accompagnatoria potranno essere riportati dati essenziali sul contesto attuale della bioeconomia in Puglia (imprese, fatturati, importanza nel contesto economico, ecc.). Dovranno infine essere esplicitati i criteri adottati per la quantificazione degli oneri, ora indicati in via presuntiva, all’art. 10.
Proposta di Legge Regionale Partecipata “Disposizioni in materia di Bioeconomia” (in allegato)
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3 commenti
Proposte di modifiche:
art.7, pag 7 - Rifiuti e cambiamenti climatici
1. da "Promuovere la realizzazione di una strategia per la valorizzazione dei rifiuti" a "Promuovere la realizzazione di una strategia per la riduzione, il riuso e la valorizzazione dei rifiuti"
2. da "ridurre i rifiuti (mediante il riuso e il riciclo) e sostituire progressivamente le materiali di origine fossile con alternative di origine bio-based attraverso ricerca, sviluppo e innovazione." a "ridurre i rifiuti (mediante il riuso e il riciclo) e sostituire progressivamente l'uso di materiali originati tramite polimerizzazione da materie prime di origine fossile, con alternative sostenibili prodotte a partire da materie prime agro-forestali, attraverso ricerca, sviluppo e innovazione e l'uso della leva fiscale."
continua ...
3. aggiungere "Introdurre una valutazione sulla reciclabilità degli imballaggi, che differenzi questi ultimi in classi, differenziate a seconda della percentuale potenziale di recupero effettiva e delle necessità energetiche legate al processo di recupero."
art.7, pag. 8 - Cibo, salute e stili di vita
1. da "valorizzare le filiere produttive agroalimentari, le produzioni a chilometro zero, quelle biologiche e sostenibili a residuo zero, per un migliore impatto sulla salute e sul benessere dei cittadini, dei territori e delle economie locali" a "valorizzare le filiere produttive agroalimentari, le produzioni a chilometro zero, quelle biologiche e sostenibili a residuo zero, l'agricoltura locale con certificazione di comunità che tenga conto della multifunzionalità paesaggistica, ambientale e di protezione idrogeologica del territorio, per un migliore impatto sulla salute e sul benessere dei cittadini, dei territori e delle economie locali."
continua ...
2. da "coinvolgere e promuovere associazioni del Terzo Settore, gruppi di acquisto e orti sociali" a "coinvolgere e promuovere associazioni del Terzo Settore, Ecomusei, gruppi di acquisto e orti sociali"
3. aggiungere "Redigere guide pratiche step-to-step e materiale informativo sul come attivare certificazioni partecipate di comunità per i prodotti agricoli, secondo standard sviluppati nel confronto tra produttori ed abitanti di singoli comuni o di gruppi di comuni della stessa Figura Territoriale (secondo il PPTR);"
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